Molto importante nel palazzo è la cappella privata della famiglia, fatta erigere da monsignor Piersanti e dallo stesso arredata ed arricchita.
Nel 1838, lo storico matelicese Camillo Acquacotta scriveva: “monsignor Piersanti cercò decoro ed ornamento alla patria nell’erigere un domestico oratorio ricco di una collezione inestimabile di sacre reliquie, corredato di estesi privilegi, fornito di argenti, di suppellettili e di lavori d’arte pregevolissimi”(C. Acquacotta, 1838, p. 267).
Attualmente, sulla parete destra della cappella, è conservata, entro una cornice a stucco, la nicchia in legno che, fino al XVIII secolo, conteneva la statua della Vergine all’interno della Basilica Lauretana; monsignor Piersanti l’acquistò nella prima metà del ‘700 dall’argentiere Francesco Giardoni che l’aveva sostituita con una nuova d’oro. Entro vi è conservata una statua in legno policromo, copia dell’antica statua lauretana.
Sotto la nicchia, incastonata nella parete, vi è un’epigrafe paleocristiana, nella quale è possibile leggere la parola CRISTE interrotta da un fregio di forma architettonica che incornicia la figura di un orante.
Presso la cappella è conservato anche un tessuto del XVII secolo incastonato in pietre dure non preziose, che doveva ricoprire la statua della Vergine lauretana.
L’altare è una pregevolissima opera in legno dipinto a tempera con ai lati due ovali in cui sono raffigurate due Sante martiri. È sormontato da un armadio del XVIII secolo, dipinto di verde con riquadri e decorazioni dorate; all’interno sono esposte numerose reliquie in cornici d’argento dei secoli XVII e XVIII, molte di esse furono commissionate dallo stesso monsignore agli argentieri pontifici Matteo Lusieri e Antonio Prati.
La parte dedicata ai fedeli è divisa dal presbiterio da una balaustra lignea in noce, dalle linee spezzate nella parte superiore e mosse in quella inferiore. Al centro è posizionato un inginocchiatoio da parete anch’esso in legno di noce.